la birra fatta in casa

Come Fare..

Letto e riletto le istruzioni sul come fare la birra utilizzando un kit, il pensiero che mi arrovellava era..

Dove?

 Il consiglio che viene passato e' in un posto riparato in casa.. Sempre se non da fastidio l'odore, il gorgoglio, lo spazio.. E piu' se ne ha, piu' se ne metta..

Inoltre, su un particolare insistono le istruzioni.. La temperatura dev'essere superiore ai 18C (in genere) ed inferiore ai 28C (e spesso poi viene richiesta una temperatura di 21-23C).. Questo sia durante la fermentazione, quando gli zuccheri del mosto si trasformano in alcool, sia durante il priming, quando le bottiglie piene di mosto e una piccola parte di zuccheri "realizzano" la schiuma.

Volevo fare la birra piu' spesso possibile e con la liberta' di farla senza attendere la giusta 'stagione', senza impicci, senza ingombri, odori ..

Nel mio caso il posto ideale era nel box pavimentato, è arieggiato, facile da pulire, eventuali odori non disturbano. La temperatura ambiente minima è di 8-10C, d'estate non si può fare la birra perché arriva a superare i 25C.

Cosi' ho progettato un mobiletto per il fermentatore e priming.

L'idea e' molto piu' semplice di quel che possa sembrare. Ho acquistato un mobiletto usato (o rimediare in qualche modo un vecchio pensile), dei fogli di polistirene espanso estruso monostrato, cavi scaldanti e un termostato.

Il mobile io l'ho trovato in un negozio di materiale usato, non era in perfette condizioni per cui l'ho comperato per pochi euro (nel mio caso 13 euro!!)

I fogli di polistirene espanso estruso monostrato sono molto meglio del polistirolo, si trovano nei negozi di edilizia (andare in un magazzino, dove si trovano mattoni, grondaie ..).. Assolutamente sconsiglio i negozi specializzati del "fai da te" (per intenderci, nel primo ogni foglio mi e' costato 1,70 Euro nel secondo ciascun foglio veniva piu' di 6 Euro!!).

Cavi scaldanti. Non sapevo proprio dove cercare.. Alla fine ho scoperto che vengono utilizzati per la realizzazione di rettilari. Questi cavi sono ottimi per il "nostro scopo". Questi hanno una temperatura massima di circa 38C, consumano pochi watt e, soprattutto, sono facilissimi da posare. Ho comperato il modello da 22W e sistemanti nel fondo a mo di serpentina. In poco tempo anche d'inverno scalda l'interno del mobiletto (temperatura esterna al mobiletto 8-10C).

Termostato. Sono stato fortunato, un mio amico me ne ha passato uno di recupero, altrimenti consiglierei un termostato d'ambiente.. Il mio problema era solo "calibrarlo".. Beh, ho messo il bulbo sensore e il termometrino per il bagnetto dei bambini in una bacinella con acqua calda e poi man mano fredda.. Un tester per verificare "lo scatto" e un po' di pazienza.. Misurata una temperatura con il termometro del bagnetto (es. 30C) si gira il cursore fino a farlo scattare, fare il segno, scrivere il valore. Aggiungere acqua fredda fino alla prossima (es 26C) e ripetere.. In meno di un quarto d'ora avevo la scala graduata.

Accessori:

Assette di legno.

Per tenere separato il cavo scaldante dal secchio fermentatore e poi le bottiglie in fase di priming.

Fogli di carta d'alluminio.

I Fogli di alluminio riflettono il calore, si scalda prima e c'e' meno dispersione.

Fili elettrici, morsetti isolati, spina 220V.

Per il piccolissimo impianto elettrico:

Spie. Non indispensabili, ma utilissime. 1) per non dimenticare acceso o spento il mobile fermentatore 2) la seconda spia e' utilissima per vedere se si e' raggiunta la temperatura. Io ho usato dei led e resistenze per limitare la corrente, si trovano spie belle e gia' fatte presso i negozi di elettricita'.

Scatolina. Per il circuito e il termostato.

Colla vinilica. Per attaccare i fogli al mobiletto.

Trapano/punte per far passare i cavi dall'esterno verso l'interno del mobiletto.

 

 

..Finalmente la BIRRA!     Premessa....

            Questo è quanto ho sperimentato personalmente, potrebbe essere migliorato, può essere fatto diversamente.. Su internet si trovano ottimi manuali, suggerimenti e altro.. Queste sono state le mie esperienze.

 

            Pulizia

            Nel caso in cui il fermentatore e tutti gli gli oggetti che dovrò utilizzare provvengono da una precedente produzione (e quindi già sono stati puliti con conegrina -varecchina NON PROFUMATA), passo al punto 2.

  1. Inizio. Prodotti nuovi. Li lavo per bene e li sciacquo. Metto tutto in ammollo, riempendo il fermentatore e metto un due -tre tappi di conegrina (3-4 cucchiai circa), lascio in ammollo al massimo per mezz'ora. Sciaquo, abbondantemente. Collego il tubo per i travasi al rubinetto del fermentatore e ci faccio scorrere l'acqua (cosi' si pulisce l'interno).
  2. Il materiale è stato sciacquato con varecchina come al punto 1 e poi riposto in luogo riparato. In questo caso, sciacquo e poi metto nel fermentatore un paio di cucchiai di bisolfito e eventualmente strofino un pò l'attrezzatura che voglio "deodorare" con il bisolfito e poca acqua. Strofino il fermentatore con gli strumenti e vasetti che debbo utilizzare con acqua e bisolfito. Faccio agire l'acqua e bisolfito al massimo per una mezz'ora. Prima di utilizzare vuoto e sgocciolo tutto il contenuto e il contenitore. Anche in questo caso, collego il tubo per i travasi al rubinetto del fermentatore e ci faccio scorrere l'acqua e bisolfito (cosi' si pulisce l'interno).           

            Preparazione del mosto

            In una pentola capiente quasi piena di acqua bollente, metto dentro la latta con il malto luppolato, spengo il gas e lascio per dieci minuti con il copechio sulla pentola. 

A parte preparo 2-3 litri di acqua bollente per mescolare il mosto.

Verso il contenuto della latta nel fermentatore, poi l'acqua bollente nella latta e infine lo passo tutto nel fermentatore (sciacquo la latta , sciogliendo l'ultima parte del malto e ammorbidisco il mosto nel fermentatore) di tanto in tanto giro. 

A questo punto aggiungo una bottiglia di acqua fresca e porto il mosto vicino al mobile termostatato.

            Inoculazione

            Aggiungo acqua fredda. Ho scoperto che l'acqua troppo leggera di montagna non fa partire il gorgogliatore, per cui, se posso, metto l'acqua di rubinetto, bollita e poi fatta raffreddare.. Possibilmente la metto nel congelatore poco prima di aggiungerla al mosto in modo da averla MOLTO fredda.. Per arrivare subito ai 22-20C richiesti dall'etichetta del malto preparato. Debbo dire che, in genere, utilizzando l'acqua bollita, la schiuma ha una persistenza migliore.. Sarà impressione..

Quando ero a preparare il mosto, a parte preparo un vasetto di vetro (sanitizzato) con un pò d'acqua, un cucchiaino di zucchero. Scaldo l'acqua e poi ci aggiungo acqua fredda fino ad arrivare a 20-24C. Aggiungo il lievito in polvere della confezione che si scioglierà e fa una bella schiumetta, indice della vitalità del lievito. 

Quando nel fermentatore ci sono 23 Litri (di solito!) di mosto e 22C di temperatura, verso il contenuto del vasetto (il lievito rinvigorito) e giro velocemente per ossigenare il mosto il più possibile. Giro per uno o un minuto e mezzo.

Chiudo ermeticamente, metto il gorgogliatore con acqua e bisolfito. Posiziono il fermentatore dentro il mobile che ho fatto preriscaldare a 20-22C. Una volta posizionato il fermentatore, controllo che sia a tenuta stagna (semplicemente premendo leggermente il coperchio e controllando che l'acqua nel gorgogliatore si muove alla più piccola flessione).

            Gravità Iniziale

            A questo punto prelevo dal rubinetto un cilindro di mosto per misurare con il densimetro la OG (Original Gravity). Mi appunto questo valore.

            Controlli

            Se posso, per coreografia vado a controllare se, per caso, il mosto gorgoglia.. Non sempre lo fa.

Importante è osservare se, attraverso il fermentatore, c'e' della schiuma.. In ogni caso, la prova più importante la faccio dopo 3 giorni. Misuro la densità.. Se si è mossa Ok..

            Fermentazione secondaria

            Il mosto travasato per aggiungere lo zucchero necessario per "il priming" è, in genere, già abbastanza filtrato per l'imbottigliamento.. Il deposito, di solito, rimane compatto in fondo e "disturba" il colore dell'ultimo bicchiere..

Ciò detto si può far fare una seconda fermentazione al mosto, permettendo di avere un prodotto più limpido e con meno sedimento. Per fare ciò, dopo aver fatto fermentare il mosto (dopo una settimana, in genere) si travasa in un secondo fermentatore sanitizzato. Si pone nel mobile sempre a 20-22C e lo si lascia per qualche giorno (già dopo 3-4 si ha un buon risultato). Ho notato che, inevitabilmente si ossigena il mosto, nonostante si provi (OBBLIGATORIAMENTE per non causare "infezioni"!!) a fare il tutto per non far arrivare l'ossigeno.. Si deve porre l'estremità del tubo ben a contatto con il fondo e durante il travaso si copre con il tappo.. S'inizia a far scorrere lentamente la birra e poi man mano si gira il rubinetto verso il massimo per evitare troppo ossigenazione.. Cio' nonostante, richiuso il fermentatore e posizionato il gorgogliatore ho notato muovere il livello di questo, verificando alla fine della seconda fermentazione FG (Final Gravity). Capita che si muove di qualche tacca verso l'alto..           

            Preparazione al priming

            Inizialmente per il priming utilizzavo l'apposito dosatore e inserivo la "giusta" quantità prima di versare il mosto e chiudere la bottiglia.

Successivamente ho acquistato un secondo fermentatore (sia per seconda fermentazione che per la preparazione al priming) e preferisco aggiungere direttamente lo zucchero (o altro dolcificante) nel mosto..

In genere preparo un quarto di litro d'acqua dove ci mescolo 160gr di zucchero (sempre per 23 litri di mosto), faccio sciogliere sul fuoco e lo porto ad ebollizione.. Raffreddo rapidamente mettendo il pentolino sul lavello riempito con un pò di acqua fredda, lo metto in una bottiglia "sanitizzata" e lo verso nel mosto solo pochi attimi prima d'imbottigliare.

            Gravità Finale

            Prima di dolcificare il mosto, prendo l'ultima misura della densita: la gravità finale (FG = Final Gravity).

            Grado Alcoolico

            Finalmenta ho tutti i dati per calcolarmi il grado alcoolico della birra da imbottigliare.

    Io utilizzo la seguente formula:

            Le bottiglie

            Utilizzo e riutilizzo bottiglie birra, spumante o altre molto robuste. Le lavo, successivamente "sciacquate con conegrina non profumata" e risciacquate almeno un paio di volte. Prima d'imbottigliare sciacquo con acqua e poco bisolfito, sgocciolo utilizzando lo scolabottiglie.

Le bottiglie della birra utilizzo il tappo a corona, se non hanno la "macchinetta", altrimenti per le bottiglie di spumante, metto il tappo di plastica con la gabbietta. I tappi, tutti, l'immergo in una soluzione di bisolfito. Una volta pronto per l'imbottigliamento, scolo la soluzione e la sostituisco con acqua pulita..

            Priming

            Una volta imbottigliato il mosto docificato, sistemo le bottiglie in piedi su un contenitore plastico e lo posiziono di nuovo nel mobile termostatato.  Il contenitore plastico, oltre ad essere comodo per il trasporto delle bottiglie, e’ stato pensato in quanto supponevo un rischio di esplosione di qualche bottiglia. Cosa, che in realtà, durante il priming non è mai avvenuta, piuttosto in cantina durante la maturazione un paio di bottiglie sono "inaspettatamente" esplose.

Di solito seguo le istruzioni riportate nell'etichetta, se non è descritto lascio le bottiglie al tiepido (20C) per due settimane.

            Etichettamento e Maturazione

            Con un programma di videoscrittura documenti ho realizzato una semplice griglia (4x4) dove ho disegnato le mie etichette. In genere metto tutte le informazioni salienti: marca, nome birra, grado alcoolico calcolato, densità finale, Amaro IBU, Colore EBC, data di preparazione, data d'imbottigliamento. Eventuali variazioni nella preparazione.

Utilizzo carta normale e per incollare le etichette, preparo una miscela di colla vinilica e acqua (circa 1/3 colla e 2/3 acqua, ma non è importante essere precisi), un giornale dove poggiare l'etichetta e un pennellino per stendere la colla. Eseguo questo compito direttamente in cantina, così metto le bottiglie già in posizione finale per la maturazione.           

            Tempo..

            Bisogna avere la forza di dimenticarsi la birra in cantina.. Possibilmente per almeno 2-3 mesi, anche di piu'.. Le prime è un'impresa titanica, impossibile.. Conviene metterne in produzione piu' di una in serie.. Con le successive, ci si riesce..

            Lavaggi

            Ogni volta che termino un passaggio, immediatamente sciacquo con conegrina e con acqua, il tutto. E' piu' facile lavare successivamente (perché in ogni caso lavo e risciacquo prima utilizzare) e sicuro da muffe. .. Almeno finora ha funzionato.

            Varianti nella preparazione del mosto

            Quando verso nel fermentatore il malto luppolato scaldato è anche il momento di versare, molto spesso, lo zucchero (per le latte fino a 1,8Kg in genere).

Zucchero. Essendo facilmente solubile lo verso direttamente nel fermentatore dopo il malto luppolato scaldato, si scioglie già versando l'acqua bollente dopo.. 

Light-malt secco. Tolgo l'acqua dal fuoco (altrimenti attacca immediatamente sul fondo) e verso man mano girando continuamente.. Con il semplice vapore tende ad appallottolarsi sulla confezione, ogni tanto stacco e faccio cadere in acuqa.. Mescolare con molta, molta pazienza.. Alla fine si scioglie formando una base ottima per la nostra birra. L'altro svantaggio e', l'ovvio, aumento del deposito.. Per questo consiglierei la pratica della seconda fermentazione..

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